Mercoledì 17 dicembre h 21,00
nella sala eventi di SHERPA
"Pane live acustico"
Vito Andrea Arcomano - chitarra acustica
Claudio Madaudo - flauto traverso
... folk impregnato di radici jazz, colta, etnica e palpabili impronte progressive. Un folk-rock prima del rock, acustico (chitarra, batteria, flauto traverso, pianoforte) ma scosso da un'energia che presagisce elettricità, il lirismo che si nutre di inquietudini antiche come base e sfondo di una crisi contemporanea, carburante di un carosello di dramma, abbandono, estasi e dolore. Ogni traccia un atto di questa tragicommedia umana troppo umana appesa al filo della voce vibrante e stentorea di Claudio Orlandi, interprete dalla vasta e furibonda sensibilità che diresti discendere in qualche modo dalle evoluzioni terrigne e febbricitanti d'unDemetrio Stratos e di Tim Buckley. ( Stefano Solventi ) http://sentireascoltare.com
.... Musica e poesia unite da un cordone ombelicale vivo ibrido, tutto si mischia, si ama, si racconta, si urla e s’indigna per finire poi dentro un imbuto di vissuto e subito sulla propria pelle. I romani Pane – nel loro progetto multimediale CD+ libro Dismissione in collaborazione col poeta Fabio Orecchini – fotografano e mettono in focus il problema sociale e umano dell’amianto come fonte di morte, sperimentano parole e guizzi musicali esistenzialisti in un unicum poetico “off” di grande impatto, una evoluzione quasi visiva che – per chi conosce la band di Claudio Orlandi – si stacca dal progressive di matrice e prende una svolta secca, spigolosa, esistenzialista, una bellezza sbafata che sa sorprendere.
Filamenti jazzly, blitz e afflati gasmanniani, schizzi di flauto traverso e pianoforte, arie squarcianti e polle d’amore si carrellano lungo tutta la tracklist, sei pieces mid-teatrali che scavano l’ascolto al pari di un verme solitario che si nutre di morte senza resurrezione, senza dare una seconda opportunità; dedicato a tutte le vittime dell’amianto, il disco è un continuo rappresentare di acustico dolore, verbi, parole, concetti e metriche disilluse strette da una morsa espressiva lancinante, una forma obliqua di come l’amianto distrugge l’anima ed il fisico con la consapevolezza mostruosa di farlo. Disco di denuncia e di cruda estetica che ti strappa il cuore per sostituirlo con niente. Grande lavoro! http://www.rockshock.it
l'ingresso è ad offerta libera
Roma, via dei Falegnami n. 7
per info 06-64760513
Commenti
Posta un commento